Museo
di Storia Naturale - Fondaco dei Turchi, Santa Croce 1730 -
Venezia
Il Museo Civico di Storia Naturale è ospitato nel Fontego dei Turchi che si affaccia lungo la riva
destra del Canal Grande all'interno del Sestiere di Santa Croce. Ospita
una vasta collezione di paleontologia che copre l'intera storia geologica della Terra. Il Museo organizza
anche mostre durante l'anno solare.
Il Museo fa parte del complesso dei Musei Civici di Venezia che comprende la Casa Goldoni, il Museo Ca' Pesaro, il Museo Ca' Rezzonico, il Museo Correr, il Museo del Costume di Palazzo Mocenigo, il Museo del Merletto di Burano, il Museo del Vetro di Murano, il Museo di Palazzo Ducale, il Museo di Palazzo Fortuny, il Museo di Storia Naturale, la Torre dell'Orologio o dei Mori.
Museo di Storia Naturale
L'itinerario prevede, dopo l'entrata al piano terra dove si trova anche
la biblioteca scientifica a disposizione degli studiosi che sempre frequentano
il museo, il passaggio nella Galleria dei Cetacei dove si può ammirare
lo scheletro di un capodoglio e quello di una balenottera di circa 20
metri.
Sempre al piano terra si trova l'Acquario delle Tegnùe, una vasca
di 5 metri che ricostruisce fedelmente questo tipico ambiente dell'Alto
Adriatico.
Passando al primo piano il Museo offre dapprima una ricca sezione paleontologica che illustra la nascita e l'evoluzione della vita sulla terra; partendo
dai primi organismi pluricellulari precambriani, passando da quelli cambriani e ordoviciani fino al Triassico e alla comparsa dei grandi rettili sulla
Terra.
In questo piano è presente la sala con i reperti della spedizione
africana di Ligabue che nel 1973 riportò in laguna uno scheletro
quasi intero di di dinosauro Ouranosaurus nigeriensis.
Le sale successive sono dedicate alla Paleontologia con la presenza di molti fossili nelle teche che presentano anche degli aspetti di interattività per il pubblico. Si conservano qui fossili risalenti all'Era Paleozoica, che comprende il periodo da 542 a 252 milioni di anni fa, in un percorso cronologico che presenta ricostruzioni di ambienti in cui si sviluppò la vita durante i successivi periodi geologici. Sono presenti anche icnofossili, ossia impronte lasciate da organismi e poi fossilizzate, e ricostruzioni dei cambiamenti geografici del pianeta durante le successive ere del Mesozoico e del Cenozoico.
L'itinerario prosegue cronologicamente fino alla data di apparizione
dell'Homo Sapiens (40 mila anni fa) sulla terra e spiega le evoluzioni climatiche succedutesi
nel corso delle ere geologiche fino all'attuale.
La seguente sezione del museo è destinata alla storia del collezionismo
naturalistico, a partire dalla formazione delle prime importanti raccolte
nel Settecento fino a quelle museali e universitarie del Novecento. Tre sale presentano le Collezioni Miani e De Reali; due esploratori veneziani che tra Ottocento e Novecento esplorararono l'Africa riportandone una vasta collezione di reperti poi donata alla città di Venezia.
La sala successiva è dedicata al grande esploratore Giancarlo Ligabue che ha legato la sua storia in maniera indissolubile con il Museo di Storia Naturale che infatti conserva sue particolarissime collezioni come quella esposta qui di crani umani della Nuova Guinea.
Le sale successive del Museo proseguono la narrazione dei primi esploratori che crearono le prime meravigliose collezioni di reperti naturalistici facendo nascere le famose Wunderkammer o Camere delle Meraviglie; anche il museo ne possiede una in cui i reperti sono classificati in Artificialia, Mirabilia, Naturalia.
Segue nel percorso museale una bella sala con affaccio cul Canal Grande che conserva una riproduzione di una Collezione Ottocentesca di reperti naturalistici; un periodo successivo all'avvento della rivoluzione di Linneo che gettò le basi per una rigorosa classificazione scientifica degli esseri viventi finalizzata al loro studio dettagliato. Qui sono esposti, in un bell'armadio disposto su più livelli, reperti appartenenti alle differenti collezioni del museo tra cui uccelli, pesci e reperti conservati in liquido.
Seguono in successione 3 sale dedicate alla biodiversità, al movimento e alla nutrizione: la prima presenta al pubblico - utilizzando anche un ricco apparato multimediale - la ricchezza di differenti forme e funzioni assunte dalla biomassa presente nel pianeta introducendo poi gli argomenti trattati nelle sale successive dedicate all'interazione tra gli animali e lo spazio. La seconda sala presenta gli esseri viventi secondo la loro modalità di movimento suddividendoli in saltatori, scavatori, nuotatori, volatori, arrampicatori, galleggiatori includendo anche le specie che invece adottano l'immobilità nel loro ambiente di vita.
Per ultimo si entra nelle sale dedicate alla nutrizione che presenta i processi che sostengono il ciclo energetico della vita come la fotosintesi per la produzione vegetale passando poi alle altre modalità di nutrimento esistenti che classifica le specie in vegetariani, predatori e decompositori.
La prima sala illustra quindi il processo chimico con cui le foglie assorbono l'energia solare e producono - utilizzando acqua e anidride carbonica - materia organica che ridistribuiscono all'ambiente secondo la formula della fotosintesi: CO2 + H2O + energia solare → C6H12O6 + O2 dando così luogo alla formazione di carboidrati fondamentali al ciclo della vita sulla Terra.
La sala successiva presenta invece le specie che si nutrono di altre specie viventi includendo in esse sia le piante sia gli animali predatori che attivano infine le specie che concludono il processo ciclico dell'utilizzo delle risorse ossia gli organismi decompositori.
Presto apparirà al Museo di Storia Naturale di Venezia anche una
sezione interamente dedicata alla laguna; per far comprendere a tutti
i visitatori l'evoluzione paesaggistica del territorio su cui la città
poggia e il suo fragile equilibrio, in quanto termine di passaggio fra
mare e terraferma.
Le collezioni del Museo di Storia Naturale di Venezia
Le collezioni che il Museo di Storia Naturale conserva sono lo specchio della sua storia e della storia naturalistica in laguna. Alcune infatti sono frutto di donazioni avvenute negli anni ma altre nascono dall'attività di studiosi locali, attivi anche prima che nascesse il museo.
La collezione posseduta dal museo è frutto di un ingrandimento
costante ad opera di numerosi studiosi a partire dal nucleo originario
costituito dalle collezioni un tempo al Museo Correr e all’Istituto
Veneto di Scienze Lettere ed Arti; a queste s'aggiunsero negli anni la
Collezione Contarini, la Olivii e la Nardo, la Spinelli ed altre ancora
come la Zanardini, la Collezione entomologica Giordani Soika (1983), la
collezione Bisacco Palazzi (1986); per i funghi la collezione Cesari; infine la Collezione
Ligabue e la Collezione ornitologica Perale. Per la parte etnografica
africana sono stati importanti i lasciti rappresentati dalle Collezioni
De Reali, Miani e Forin.
La collezione del Museo di Storia Naturale, comprendendo tutti i reperti
stoccati nei depositi del Fontego dei Turchi, arriva a contare due milioni
di esemplari.
Botanica
Sono qui presenti collezioni storiche di exsiccata di piante fanerogame, ossia collezioni di fogli che conservano piante essicate e che insieme formano un erbario; tra questi il Patarol (1717-1719), l'Olivi (1750), il Zanardini (1840).
La collezione di botanica comprende poi
raccolte crittogame di alghe, funghi, licheni, muschi; ancora raccolte storiche tra le quali spicca l'Algario Zanardini (con più di 2.000 esemplari) e la collezione Zanon di diatomee.
Geologia
La Collezione Geologica comprende una serie di collezioni petrografiche, mineralogiche e paleontologiche. Le ultime comprendono importanti raccolte storiche come quella formata con i fossili della famosa pesciaia di Bolca dei Lessini Veronesi che sono inclusi nella Collezione Massalongo (XVIII sec.); dello stesso periodo è la Collezione Spinelli e la Collezione dell'Istituto Veneto. Da ricordare poi la Collezione Beschin-De Angeli e la Collezione Ligabue, che si compone di fossili raccolti in diversi continenti del pianeta durante le spedizioni del noto paleontologo e archeologo Giancarlo Ligabue: tra i suoi reperti una delle star del Museo di Storia Naturale di Venezia, lo scheletro di dinosauro Ouranosauros nigeriensis esposto nel museo. In tutto si contano finora 15 mila reperti.
Tra le collezioni di mineralogia spiccano la Innocente, risalente all'Ottocento e composta da 2385 minerali, e la Collezione Albonetti, che annovera più di 600 campioni di minerali provenienti da tutto il pianeta.
Per le rocce è importante la Collezione Petrografica Pasini, che include rocce raccolte nella zona di Vicenza, e la Collezione Marco Corniani Algarotti (1768 - 1845) che comprende marmi provenienti dai Colli Euganei.
Micologia
Con circa 28 mila reperti rappresentativi di più di 6 mila specie la Collezione micologica del museo è la più vasta esistente in Italia. Fu iniziata nel 1988 e nel 1994 ottenne il riconoscimento dall'Index Herbarorium dal New York Botanical Garden.
Anche se la collezione si forma con reperti provenienti da tutto il mondo raprresenta prevalentemente i funghi esistenti in Italia nord-orientale.
Zoologia
Per i vertebrati sono presenti la Collezione Contarini e la Collezione Ninni, entrambe di ornitologia; del naturalista Giacomo Bisacco Palazzi sono alcuni esemplari di rettili, mammiferi e anfibi provenienti dal Nord Africa e dal Belgio.
La collezione entomologica presenta un numero impressionante di 600 mila esemplari conservati in alcool e a secco.
Le collezioni malacologiche Spinelli, Vidovich e Stalio si compongono di molluschi adriatici e specie di acqua dolce. Molluschi mediterranei sono invece quelli delle Collezioni Cesari e Braga. A queste si aggiunge una collezione di specie tropicali appartenuta all'esploratore Ligabue.
Strumenti scientifici
La raccolta comprende strumenti appartenuti a famosi naturalisti come il chioggiotto Giandomenico Nardo (1802 - 1877), esperto di pesci dell'Adriatico, e Giovanni Zanardini (1804 - 1878) che fu esperto in alghe dell'Adriatico e flora della regione, tra l'altro fu autore delle Notizie intorno alle cellulari marine delle lagune e littorale di Venezia (Venezia 1847).
Archeologia
Qui spicca la Collezione Lyoi, messa insieme dal naturalista, patriota e politico italiano Paolo Lyoi (1834 � 1911) nelle valli di Fimon a partire dal 1864; raccoglie reperti in ceramica e pietra e campioni animali e vegetali.
Nella collezione di archeologia del Museo di Storia Naturale si può apprezzare anche una mummia egizia di falco e una piroga veneziana del XI sec. d.C.
Anatomia
Un insieme di raccolte che datano all'Ottocento tra cui la Collezione Querini Stampalia con modelli umani realizzati in cartapesta e una collezione di uteri accompagnati da diversi fasi di sviluppo embrionale.
Biblioteca del Museo di Storia Naturale
Il Museo possiede una Biblioteca che possiede una collezione di testi naturalistici di importanza nazionale e internazionale. Tra i libri sono presenti testi antichi e moderni, riviste specializzate e anche documenti e carteggi appartenuti ai Naturalisti veneti come come Nicolò Contarini, Giovanni Miani, Giovanni Domenico Nardoe Antonio Carlo Dondi Dall'Orologio.
Studiosi, professori, ricercatori e studenti sono gli usuali frequentatori ma l'accesso è consentito a chiunque ne faccia richiesta avendone esigenza per motivi di studio.
La Biblioteca non effettua servizio di prestito e consente la consultazione dei testi solo nella sala studio. Si posson fare fotocopie nel rispetto della legge vigente.
Storia del Fontego dei Turchi e del Museo di Storia Naturale
Il Palazzo risale al XIII secolo quando fu fatto costruire da Giacomo
Palmieri, console a Venezia del comune di Pesaro nelle Marche, e fondatore
in laguna dell'importante famiglia dei Pesaro. Pochi anni dopo, nel 1381,
fu comprato dalla Serenissima che lo regalò al marchese di Ferrara
Nicolò V D’Este per ringraziarlo dell'appoggio ricevuto dallo
stesso durante la guerra con Chioggia, ultimo scontro tra Genova e Venezia
per il predominio sulle rotte commerciali del Mediterraneo orientale.
Il Palazzo entrò presto nella lista dei luoghi della città
deputati a ospitare eventi mondani e feste importanti in occasione di
visite di sovrani e ambasciatori: qui tra gli altri vi soggiornarono l’imperatore
di Costantinopoli Giovanni Paleologo (1438) e Alfonso D’Este (1562).
Dopo un periodo in cui il palazzo fece parte dei possedimenti papali in
laguna, nel 1527 tornò alla famiglia Este, quindi fu venduto agli
Aldobrandini e ai Priuli.
Fu nel Seicento che la Serenissima decise l'affidamento del palazzo alla
comunità commerciale turca; dall'Anatolia infatti arrivava a Venezia
cera, pelle, tabacco e olio. Così come per il Fontego dei Tedeschi
e altri presenti in città, questo palazzo sul Canal Grande fu
destinato alla comunità turca e questa vi esercitò il suo
commercio per secoli; almeno fino a quando con la Guerra di Candia non
vi fu un collasso degli scambi commerciali di Venezia con l'Oriente.
Successivamente il Fontego dei Turchi fu ceduto a varie famiglie patrizie
veneziane tra cui i Manin e i Pesaro che lo ebbero fino al momento dell'estizione
dell'ultimo ramo della casata nel 1830.
Pochi decenni dopo il Fontego dei Turchi fu la prima sede ad ospitare
la collezione d'arte del nobile veneziano Correr (1880) prima che questa
trovasse collocazione definitiva nell'Ala Napoleonica in Piazza San Marco.
Rimase così senza destinazione per anni fino a quando, su proposta
dell'ingegner Giorgio Silvio Coen, non vi fu organizzato il Museo di
Storia Naturale a partire dal 1923.
Nell'ultimo decennio il Museo ha conosciuto una chiusura prolungata per
ripresentarsi al pubblico
di appassionati con un percorso rinnovato ed ampliato di 16 sale.
Architettura del Fontego dei Turchi
Il Fontego dei Turchi, così è conosciuto il Palazzo dai
veneziani di oggi, rappresenta un unicum nel panorama architettonica
veneziano che si affaccia sul Canal Grande. Il restauro condotto nel 1869
da Federico Berchet fu portato avanti con l'intenzione di restituire all'edificio
la sua connotazione medievale. Per alcune parti del palazzo fu utilizzata
l'immagine presente sulla mappa cinquecentesca di Venezia di Jacopo de’
Barbari.
Il palazzo ha un primo ordine di 10 aperture con arco a tutto sesto sovrastato
superiormente da una loggia con 18 aperture a tutto sesto di più
piccole dimensioni. Lateralmente si innalzano le due torri merlate disposte
su tre ordini con numero di finestre crescente verso l'alto, così
ricostruite secondo le stampe d'epoca. L'edificio è esternamente
decorato con patere e formelle di gusto bizantino.
Come raggiungere il Museo di Storia Naturale
Il Museo di Storia Naturale si trova a Santa Croce con affaccio sul Canal Grande e la fermata del vaporetto più vicina è San Stae o Riva de Biasio.
Da Piazza San Marco, da Rialto, dalla Stazione e da Piazzale Roma si può prendere la linea 1 con fermata San Stae o Riva de Biasio.
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Naturale
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