 Piazza San Marco - Sestiere di San Marco
- Venezia
(Foto: Piazza San Marco, Antonio Canal detto il Canaletto, 1723. Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid)
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Piazza San Marco è la piazza principale di Venezia e uno degli spazi pubblici più riconoscibili al mondo. In città è l'unico spazio civico a essere chiamato piazza, tutti gli altri sono detti campi perché un tempo non erano pavimentati ed erano dei veri e propri campi con attività agricole. In realtà ci fu un tempo che anche Piazza San Marco era un brolo (dal latino medievale brògilus, campo erboso) e in parte un orto, coltivato dalle monache del Convento di San Zaccaria.
Piazza San Marco ha forma trapezioidale e misura 175 m di lunghezza e larghezza variabile tra 57 m davanti all'Ala Napoleonica e 82 m davanti alla Basilica di San Marco.
Edifici, musei e monumenti di Piazza San Marco
Dando le spalle alla basilica si vedono sulla destra la Torre dell'Orologio o Mori, poi le Procuratie Vecchie (oggi in restauro), di fronte l'Ala Napoleonica che è l'entrata del Museo Correr, a sinistra le Procuratie Nove che sono sede del Museo Archeologico Nazionale, il Palazzo della Libreria Marciana e le sue Sale Monumentali (con accesso sempre dal Correr), a destra il Palazzo della Zecca (sede oggi della Libreria Marciana) ormai davanti al Bacino San Marco, a fianco della quale si aprono i Giardini Reali.
In Piazzetta San Marco, tra la Marciana e Palazzo Ducale, si alzano le due colonne di San Teodoro o Todaro e del Leone di San Marco, simbolo del santo. Tutta la pavimentazione davanti al Bacino di San Marco è nota come Molo di San San Marco, chiuso a destra dal Rio de La Zecca, dove si trova la Palazzina Selva, e a sinistra dal Ponte della Paglia su Rio di Palazzo o Rio della Canonica; dal ponte si vede bene il Ponte dei Sospiri e a destra il Palazzo delle Prigioni Nuove.
Tornati in Piazzetta San Marco si costeggia Palazzo Ducale fino alla Porta della Carta, alla base della quale in angolo c'è il Monumento dei Tetrarchi, le 2 Colonne Acritane e la Pietra dei Bandi, tutte poste di fronte all'angolo meridionale della Basilica di San Marco. Di fronte alle colonne si trova il Campanile di San Marco alla base del quale si trova la Loggetta del Sansovino. Sul lato nord della Basilica si apre la Piazzetta dei Leoncini e in posizione retrostante c'è il Palazzo Patriarcale, un tempo Canonica di San Marco.
Tra i monumenti si devono menzionare anche i Caffè storici della Piazza: il Florian, il Quadri, il Lavena con le loro orchestre; a questi settecenteschi e più famosi, di fronte al Molo e alla Piazzetta, si deve aggiungere Al Todaro, del 1950.
Norme e divieti in Piazza San Marco
In Piazza San Marco è vietato dar da mangiare ai piccioni e anche consumare pasti e bevande seduti sui gradini delle Procuratie Nuovem Vecchi e nell'Ala Napoleonica. Per chi volesse consumare pranzo al sacco però sono disponibili i Giardini Reali sul Molo, a fianco dell'edificio della Zecca (lato opposto di Palazzo Ducale).
Come raggiungere Piazza San Marco
– Piazza San Marco si raggiunge da Rialto in 5 minuti a piedi.
– Da Rialto, dalla Stazione e da Piazzale Roma si può prendere la linea 1 con fermata Vallaresso o San Zaccaria. Oppure la linea 2 (più veloce) con fermata San Marco Giardinetti. Di notte è attiva la linea N con fermata Vallaresso.
– Dal Tronchetto prendere la linea 2 (più veloce) con fermata San Marco Giardinetti.
1) Linea 1 Piazzale Roma ⟷ Lido con le seguenti fermate: P.LE ROMA - FERROVIA - RIALTO - CANAL GRANDE - S.MARCO - LIDO S.M.E e viceversa.
2) Linea 2 San Marco/San Zaccaria ⟷ San Marco Giardinetti con le seguenti fermate: S. MARCO/S. ZACCARIA - GIUDECCA - TRONCHETTO - P.LE ROMA - FERROVIA - RIALTO - S.MARCO GIARDINETTI e viceversa.
3) Linea N (notturna) Lido S.M.E ⟷ Lido S.M.E con le seguenti fermate: SAN MARCO/S.ZACCARIA - CANALE GIUDECCA - TRONCHETTO - P.LE ROMA - FERROVIA - CANAL GRANDE - RIALTO - SAN MARCO - LIDO S.M.E.
Storia di Piazza San Marco
Il luogo fu uno dei primi avanposti importanti a Venezia insieme alla zona di RioAlto. Ma l'aspetto nell'Alto Medioevo (476–X sec. d.C.) era totalmente differente. La piazza era in realtà formata da due piazze e un isolotto dove sorse - molto più tardi - il primo Palatium Duci, ossia la sede del dux o doge, all'inizio del IX secolo per volere del doge Angelo Partecipazio (810�827). Questo palazzo era fortificato, aveva torri, ed era circondato da canali; davanti alla Piazzetta correva un canale verso il Bacino San Marco. Un piccolo ponte dava accesso al Palazzo dalla Piazza.
A quel tempo la piazza era divisa in due parti dalle acque del Rio Baterio, che confluiva in laguna proveniendo dalla zona dell'Orologio dei Mori. Il canale è stato identificato nel 2012 con scavi nelle fondamenta del campanile. Due chiese sorgevano una di fronte all'altra separate dal canale: San Geminiano a ovest e San Teodoro a est sul lato ora della Basilica. Sembra che la loro costruzione fu decisa nel VI secolo dal generale bizantino Narsete (478�574), il vincitore prima dei Goti nella Guerra Gotica (535–553) e poi dei Franco-Alamanni (553–54).
La prima Chiesa di San Geminiano resisté fino al XIII secolo quando fu demolita e ricostruita più distante dal centro piazza a partire dal 1505 e poi terminata dall'architetto Jacopo Sansovino. L'ultimo edificio sorgeva dove oggi c'è l'entrata del Museo Correr, nelle Procuratie Nuovissime o Ala Napoleonica costruite subito dopo la demolizione della Chiesa di San Gemignano (1807). La storia della Chiesa di San Teodoro è ancora più intrigata: alcuni storici la credono distrutta per fare spazio alla costruzione della Basilica di San Marco, dopo l'arrivo delle spoglie del Santo in città il
31 gennaio 828. Altri invece credono che fu inglobata nella Basilica (almeno per quel che riguarda il muro perimetrale volto a sud) e che bruciò poi insieme a questa nell'incendio devastante del 976 durante la rivolta popolare contro il doge Pietro IV Candiano (959–976).
Subito dopo la prima fabbrica di San Marco del 828, sotto il dogado di Pietro Tribuno
(887–911), fu decisa la costruzione del Campanile di San Marco (888–912) al di sopra di alcune fondazioni di epoca romana.
Sotto il successore Pietro I Orseolo (976�978), santo della Chiesa, fu costruita la seconda basilica e, a fianco del campanile, un ospizio per pellegrini bisognosi, poi demolito nel Cinquecento per fare spazio alle Procuratie Nuove del Sansovino. Ma la basilica attuale prese forma tra gli anni 1063 e 1094 quando fu consacrata sotto il dogado di Vitale Falier (1084–95); lo stesso anno in cui fu miracolosamente ritrovato il corpo di San Marco in una colonna salvatasi e appartenente al tempio precedente. Alla fine del XII secolo i mosaici dorati erano quasi del tutto completati ma l'aspetto della basilica si andò arricchendo nei secoli seguenti con oggetti e sculture pregiate provenienti dall'Oriente, soprattutto dopo il Sacco di Constantipoli del 1204, diventando un monumento parlante della storia di Venezia.
Intanto nel XII secolo le monache del Convento di San Zaccaria - che raccoglieva il fior fiore dell'aristocrazia veneziana e quindi era ricchissimo per le donazioni dei patrizi - donarono la zona degli orti al doge Sebastiano Ziani (1172�1178) il quale decise subito l'interramento del Rio del Batario e il rinnovamento di Palazzo Ducale con un aumento della superficie del vecchio forte sia verso il Rio di Palazzo sia nella zona Molo e la creazione della Piazzetta, tramite interramento, dove fu deciso l'innalzamento delle due colonne (dovevano essere tre ma una s'inabissò durante lo scarico sul molo ed è forse tuttora sommersa nelle acque del Bacino) realizzato da parte di Niccolò Barattiero (...è 1181), ingegnere che firmò anche la cella campanaria del Campanile (1173) e il primo Ponte di Rialto, detto Ponte della Moneta. Sempre il doge Ziani decise la costruzione delle prime Procuratie, poi incendiatesi nel Cinquecento.
Pochi anni dopo un incendio distrusse parte della Basilica nel 1231 ma essa fu subito restaurata e nel 1267 la piazza fu finalmente pavimentata con mattoni disposti a spina di pesce, sotto il dogado di Renier Zen (1253�1268); una pavimentazione poi rifatta nel 1392, con il doge Antonio Venier (1382�1400), quando fu separata da listoni bianchi in pietra d'istria a formare quadreti che furono usati per stabilire le zone dei banchi del mercato che si teneva periodicamente in Piazza. Ancora nel 1494 fu deliberato un nuovo rifacimento della pavimentazione. Gli scavi del 1930 infine - realizzati da Eugenio Miozzi, l'architetto del Ponte degli Scalzi e del Ponte dell'Accademia - hanno fatto scoprire un'altra pavimentazione posteriore al 1582.
Intanto a fine Trecento erano iniziati lavori di rifacimento di Palazzo Ducale che durarono fino a metà del Quattrocento quando Palazzo Ducale aveva già assunto l'aspetto attuale.
Con delibera del Senato nel 1493 si diede incarico a Zuan Carlo da Reggio e nel
1495 s'iniziarono i lavori della Torre dei Mori, sul posto dove già esisteva una torre con il vecchio
orologio di Sant'Alipio. Inaugurata nel 1495, grazie alla sua posizione
privilegiata che fronteggia l'arrivo delle imbarcazioni a San Marco, divenne
ben presto un simbolo di Venezia in tutto il mondo.
Poco dopo fu la volta del Campanile fu che fu completato con l'aggiunta di un angelo in legno rivestito in rame dorato, opera dello scultore Piero Bon (1513-15), con funzioni di indicatore del vento (anemometro).
Pochi anni dopo, in fuga verso il nord per il Sacco di Roma del 1527, in città arrivò l'architetto Jacopo Sansovino importando i canoni rinascimentali praticati a Roma. Divenuto proto già nel 1529, cioè massimo architetto della Serenissima, certamente fu il grande rinnovatore della piazza trasformandola da spazio gotico in un magnifico esempio rinascimentale. La sua firma resta sull'edificio delle Procuratie Vecchie (1517-38), iniziato forse da Mauro Codussi con interventi dello Scarpagnino, Guglielmo dei Grigi e Bartolomeo Bon il Giovane. L'edificio andò a sostituire il precendente del XII secolo voluto dal doge Ziani.
Pochi anni dopo il Sansovino
fu anche l'autore della Loggetta del Sansovino (1537-49) posta alla base del campanile, gioiello rinascimentale che fu successivamente ampliato con terrazza.
Tra il 1536 e il 1540 sempre il Sansovino realizz� il Palazzo della Libreria Marciana e s'impegnò nel progetto delle Procuratie Nuove che, a causa della sua morte nel 1570, furono iniziate su progetto di Vincenzo Scamozzi nel 1583 e completate da Baldassarre Longhena nel 1640. Per la realizzazione della Procuratie Nove fu demolito l'Ospizio Orseolo (1582) risalente al X secolo.
Sempre su progetto del Sansovino, negli anni compresi tra il 1537 e il 1545, fu edificato lo splendido Palazzo della Zecca che si affaccia sul Molo tra la Marciana e i Giardini Reali.
Nel 1722 i due leoni di pietra furono sistemati nella Piazzetta dei Leoncini dandole l'attuale fisionomia e l'anno seguente (1723) la piazza fu pavimentata su progetto di Andrea Tirali che fece utilizzare lastre o masegni in trachite euganea provenienti dalla cava della Rocca di Monselice disegnando striscie a motivi geometrici in marmo bianco e mantenendo la suddivisione storica a quadreti. Ma il pavimento durò poco e già dal 1844 si pensò a un rifacimento poi progettato nel 1883 e attuato nel 1888-90; sarà questa la pavimentazione che ancora è visibile oggi fatta con lastre di trachite e, per le "fasce alla greca", pietra d'Istria.
Nel 1807 fu demolita la Chiesa di San Gimignano e decisa la costruzione delle Procuratie Nuovissime (1814) destinate a ospitare Bonaparte e la sua corte offrendo loro un salone da ballo affacciato sulla piazza più bella del mondo. Il progetto includeva anche il rinnovamento dell'area restrostante le Procuratie Nuove dove sorgeva, fin dal Trecento, un edificio gotico destinato al mercato e al commercio e chiamato Granai di Terra Nova; demoliti fecero spazio ai Giardini Reali destinati a Bonaparte ma goduti dagli Autriaci prima e dai Savoia dopo. Gli Austriaci fecero spazio alla pavimentazione di fronte al Bacino allungando il Molo e rendendolo pubblico. I Giardini invece rimasero privati e caddero in disuso; solo nel 2014 furono affidati dal Demanio dello Stato (proprietario) alla Venice Gardens Foundation Onlus per 19 anni e finalmente si poté riaprirli al pubblico.
L'Ottocento vide il deterioramento della struttura del campanile con l'apertura di grandi crepe.
Il Campanile di San Marco infine crollò alle 9.47 del 14 luglio 1902, per un cedimento strutturale delle fondamenta, formate da migliaia di pali di legno infissi nel terreno lagunare. Il collasso miracolosamente non provocò vittime ma solo la distruzione della Loggia del Sansovino e di una porzione laterale della Libreria Marciana.
La ricostruzione fu stabilita immediatamente ma ogni ipotesi e proposta di un nuovo progetto fu subito stroncata dal motto popolare dov'era, com'era. Una frase che il sindaco Filippo Grimani (1850–1921), della famiglia patrizia dei Grimani, pronunciò durante la celebrazione della posa della prima pietra il 25 aprile 1903.
Alla ricostruzione partecipò anche il grande architetto e archeologo Giacomo Boni (1859–1925) il quale poté scoprire fondazioni di epoca romana alla base del campanile.
I lavori terminarono il 6 marzo 1912 e il 25 aprile dello stesso anno, nel giorno di San Marco, il Campanile fu inaugurato con una cerimonia nazionale.
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