Venetia 1600. Nascite e rinascite - Palazzo Ducale, Piazza San Marco -
Venezia
Mostra in corso dal 4 settembre 2021 al 23 marzo 2022
Palazzo Ducale celebra in autunno la città stessa con una mostra che propone un'originale lettura della sua storia attraverso un'interpretazione basata sul concetto di nascita e rinascita.
Comunicato stampa della mostra Venetia 1600. Nascite e rinascite
Direzione scientifica: Gabriella Belli
A cura di: Robert Echols, Frederick Ilchman, Gabriele Matino, Andrea Bellieni
Chronicon Altinate, XI-XII secolo: �l'anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo
nel mezzo giorno del lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa città Christiana, e
maravigliosa f� dato principio ritrovandosi all�hora il Cielo in singolare dispositione...�.
Il mito di Venezia sta anche nella leggenda della sua fondazione, coincidente
con la posa della prima pietra della Chiesa di San Giacometo a Rivo Alto il giorno
dell'annunciazione alla Madonna: una leggenda che, tramandata dai cronachisti e
storiografi veneziani, mise insieme racconti che si erano intrecciati nei secoli a sostegno
della straordinariet� e del valore di Venezia: città eletta da Dio.
421 - 2021. Venezia celebra i suoi 1600 anni e lo fa anche con una monumentale
mostra messa in scenaè � il caso di direè nel luogo simbolo del potere e della gloria della
Serenissima: il Palazzo dei Dogi in Piazza San Marco.
Sorta di grande e sorprendente racconto illustrato attraverso i secoli, la mostra promossa
dalla Fondazione Musei Civici di Venezia si propone il difficile ma entusiasmante
compito di raccontareè attraverso oltre 250 opere d�arte, manufatti antichi e documenti
rariè le occasioni, i luoghi, i monumenti e i personaggi che hanno segnato la storia
di Venezia, scegliendo un inedito punto di vista, ovvero quello degli innumerevoli
momenti di crisi e rotture e delle altrettante rigenerazioni e rinnovamenti che
hanno segnato la sua esistenza.
�Nascite e rinascite�: tappe salienti della storia e dell'identit� di Venezia più e più volte chiamata a ridisegnare il suo futuro e ripensare il suo destino, testimoniate dalle
opere e dai documenti dei massimi artisti che in laguna hanno operato nell'arco di quasi
un millennioè Carpaccio, Bellini, Tiziano, Veronese, Tiepolo, Rosalba Carriera,
Guardi e Canaletto, fino a Canova, Hayez, Appiani; e poi Pollock, Vedova, Tancredi,
Santomasoè ma anche di tanti architetti, talentuosi uomini d�arte, letterati e
musicisti che hanno accompagnato il suo divenire.
Sezioni della mostra
I - VENETIA 1600
NASCITE E RINASCITE
421-2021
Veneziaè unica. Probabilmente non esiste al mondo un�altra città che possa
vantare un ambiente così straordinario e una simile concentrazione di monumenti. Per
secoli Venezia fu una delle più grandi e ricche città europee, di certo la più raffinata: un
ineguagliabile crocevia di popoli e idee.
Per un millennio, la sua particolare struttura governativa ne garant� la stabilità politica,
assicurandole il titolo di Serenissima e alimentando l'invidia nei confronti dei suoi
mercanti. Ancora oggi Venezia rappresenta la città ideale: compatta, a misura d�uomo,
sensibile verso il proprio ambiente, orgogliosa delle proprie tradizioni e tuttavia pronta
ad accogliere i forestieri.
Oggi Venezia celebra i 1600 anni dalla sua leggendaria fondazione nel 421. Eppure nonè soltanto la sua nascita a meritare di essere celebrata, ma le sue molteplici rinascite.
Veneziaè sopravvissuta così a lungo, superando talmente tante minacce, perch� ha
saputo reinventarsi adattandosi al mutare dei tempi. Gli eventi decisivi della sua storia, i
suoi monumenti, i tanti tesori artistici e storici esposti in questa mostra offrono un�utile
roadmap per il futuro della città. Molte delle sfide che oggi Venezia si trova ad affrontare
furono infatti gi� superate decenni o persino secoli fa. Comprendere il passato della
Serenissima offre ai suoi abitantiè e a tutti coloro che amano questa cittàè quel bagaglio
di conoscenze necessario per affrontare le sfide future.entusiasmo mostrato questo loro
progetto.è loro il merito d�aver scelto un taglio critico diverso dalle più tradizionali
celebrazioni, che vuole ricordarci come la città abbia sempre alternato ai tempi bui
momenti di ricostruzione e rinnovamento.
Alti e bassi della storia di Venezia, dunque, ma non quella che ne celebra solo la grandezza,
le vittorie per mare e per terra, i trofei delle sue esplorazioni, il fasto delle sue architetture e
delle imprese che ne hanno magnificato la natura divina sotto la protezione della Vergine.
No, anche se tutto questo sta sullo sfondo del racconto espositivo. La mostra, per una
volta, infatti,è una sorta di racconto di famiglia, di una comunit� di uomini e donne
che hanno dato vita, giorno dopo giorno, a tanta grandezza: sono loro che hanno patito
affanni e gioie e che hanno dovuto cimentarsi con ingegno e perseveranza a costruire e
poi a conservare nei secoli Venezia, questo gioiello dell�Umanit�, prezioso e unico, di cui
tutti siamo oggi responsabili davanti alla storia.
II - LA CITTA� ELETTA
Quando l'impero di Venezia inizi� a estendersi per terra e per mare, i Veneziani dettero
vita a dei racconti sulle origini della città che ne preconizzavano il destino eccezionale.
Fu così che per tradizione Venezia fu fondata a Rialto allo scoccare del mezzogiorno
del 25 marzo 421, festa dell'annunciazione. Proprio come l'annunciazione rivel� che la
Madonna era stata scelta da Dio per salvare l�umanit�, allo stesso modo Venezia divenne
la città eletta: erede degli imperi Romano e Bizantino, e protettrice della Cristianit�.
l'immagine dell'annunciazione, una delle più diffuse nell'arte veneziana, allude proprio
a questo status, e lo stesso vale per il 25 marzo, data spesso usata per la posa della prima
pietra degli edifici cittadini.
LA città DI SAN MARCO
Nell�828 dei mercanti veneziani trafugarono il corpo di San Marco da Alessandria d�Egitto
offrendo una legittimazione divina all'ascesa di Venezia. Le reliquie del Santo furono
collocate in una serie di strutture che culminarono nell'attuale basilica di San Marco.
l'evangelista divenne il patrono della Repubblica, e il suo leone alato fu eletto a simbolo
della città e del suo dominio in tutto l'impero.
La leggenda di San Marco fu inglobata nella storia di Venezia. In un episodio, un angelo
apparve all'evangelista mentre si trovava in laguna profetizzandogli che un giorno le sue
spoglie avrebbero trovato riposo a Venezia. Secondo un�altra leggenda, l'evangelista
compar� miracolosamente nella basilica marciana per rivelare il luogo in cui erano state
nascoste le sue reliquie. Con la caduta di Costantinopoli e la sconfitta dei bizantini nel 1204,
Venezia ne assunse il ruolo imperiale trasportando in laguna materiali da costruzione
e innumerevoli oggetti preziosi, e mutuando lo stile artistico bizantino. Alcuni dei più raffinati oggetti bizantini provenienti dal Tesoro di San Marco e dalla Biblioteca Nazionale
Marciana sono esposti in mostra. dell'apparitio: l'apparizione di un angelo che avrebbe
annunciato a San Marco, naufrago nelle paludi attorno all'isola di Rivoalto, il ritorno del
suo corpo in Laguna: �Pax Tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum�.
città DELLA GIUSTIZIA
Chi la vede con la spada, et bilancia in mano tener per sua fede il leone non pu� dir altro
che: quellaè l'immagine della Giustitia di Venetia, o per dir meglio di Venetia giusta, come
in ogni effetto si vede. Francesco Sansovino, 1562 Mentre Venezia accresceva il suo potere
e la sua ricchezza, le famiglie che la guidavano avviarono delle riforme costituzionali che
portarono a un governo repubblicano unico nel suo genere, facendo della stabilità politica
la priorit� assoluta. Venezia non era una societ� feudale fondata sulla propriet� terriera,
e al suo vertice non c�era un governante nominato per successione dinastica. Venezia era
una repubblica guidata da un gruppo di famiglie di mercanti che contribuivano alla sua
amministrazione. l'autorit� del doge, il capo dello Stato, era rigorosamente circoscritta.
Un complesso sistema di pesi e contrappesi assicurava la condivisione del potere tra le
famiglie patrizie, mentre artigiani e lavoratori partecipavano all�organizzazione della
societ� attraverso le corporazioni e le confraternite. Proprio il profondo e costante
impegno nei confronti della giustizia sociale e dell'applicazione delle leggi permisero
al commercio uno sviluppo senza eguali. I veneziani rappresentavano il proprio ideale
di governo illuminato attraverso la figura della Giustizia, ritratta nell'atto di reggere una
bilancia e una spada. l'immagine era talmente diffusa negli spazi pubblici da essere
elevata a personificazione stessa della città: Venetia.
III - LA CITTA� DEI MARINAI
All'inizio del XIII secolo Venezia era passata da un�economia lagunare a un impero
marittimo, conquistando il controllo delle principali roccaforti tra il Mare Adriatico e il
Bosforo. Convogli di grandi galee di mercanzia, scortati da navi militari, attraversavano
tutto il Mediterraneo e si spingevano a nord fino a Londra e Bruges.
I veneziani si distinsero anche nella realizzazione di mappe nautiche. In questa salaè esposto uno degli esempi più antichi: l'atlante realizzato da Pietro Vesconte nel 1318 con
raffigurazioni del Mar Nero, del Mar Mediterraneo e dell�Oceano Atlantico.
Nei secoli XV e XVI i cartografi veneziani realizzarono mappe molto particolareggiate con
specificati i frastagliamenti delle coste, i porti e i tracciati tratti dalla rosa dei venti
che permettevano ai marinai di segnare le rotte sulla carta.
Il più celebre viaggiatore veneziano fu Marco Polo, e il suo resoconto del viaggio in Cina
port� in Occidente un immenso tesoro di nuove conoscenze geografiche. Percorrere
lunghe distanze non era certo insolito per i mercanti veneziani. Lo dimostrano le
ceramiche cinesi delle dinastie Yuan e Ming, presenti in diverse collezioni della Laguna,
che riflettono l'ammirazione veneziana per l'arte asiatica. Nei secoli XVI e XVII la flotta
veneziana tenne sotto scacco l'impero Ottomano nel Mediterraneo. La Serenissima
rimase infatti una potenza navale e mercantile fino al XVIII secolo.
l'aRSENALE E LA CATENA DI MONTAGGIO. 1320
l'espansione dell'arsenale nel 1320 permise ai veneziani di costruire e mantenere
l'intera flotta navale e mercantile in un�unica struttura: il più vasto complesso produttivo
dell'europa preindustriale. Qui erano concentrati tutti i processi della costruzione navale
e della produzione di munizioni. l'arsenale aveva a disposizione perfino dei boschi
di quercia e faggio sulla terraferma destinati alla costruzione di scafi e alberi, e alla
produzione di carbone.
La costruzione navale dell'arsenale pu� essere considerata il primo esempio della
moderna catena di montaggio. Gli scafi erano immagazzinati per essere rapidamente
trasformati in navi finite: all�occorrenza, questi venivano trainati da una postazione
all'altra per essere muniti di alberi, sartiame, remi, armi ed equipaggio. Nel 1574, re
Enrico III di Francia, in visita a Venezia, assistette durante il pranzo a tutte le operazioni
per completare, attrezzare, armare e varare una galea: una spettacolare dimostrazione
dell'abilità navale veneziana.
IV - LA città DEI MERCANTI
�Allora, che notizie da Rialto?� chiede un personaggio del Mercante di Venezia di William
Shakespeare, rispecchiando così la fama del distretto commerciale di Venezia e dei suoi
imprenditori. All'inizio, le uniche risorse naturali a Venezia erano il pesce e il sale. Tutto
il resto doveva essere importato, ma la sua posizione geograficaè lungo la costa orientale
italiana, eppure vicina alle Alpi e all'europa settentrionaleè la rese il centro ideale dei
commerci tra Oriente e Occidente. Venezia intratteneva gi� scambi commerciali con
Alessandria d�Egitto nell�828, quando dei mercanti veneziani trasportarono in laguna le
spoglie di San Marco. Nel tempo le rotte commerciali della Serenissima si estesero a tutto
il Mediterraneo e all'atlantico settentrionale.
La città stessa era un bazar a cielo aperto, con la sua grande offerta di beni di lusso
importati e di manufatti locali, come pellami lavorati, gioielli, dipinti, maioliche, oggetti
di metallo, sete, pizzi, profumi e, soprattutto,
il vetro di Murano. I mercanti veneziani ebbero successo anche grazie alla lungimiranza e
alla correttezza del sistema politico e giudiziario della Repubblica, nonch� alle eccellenti
infrastrutture messe a disposizione dallo Stato per i commerci.
Inoltre, i veneziani svilupparono sofisticati sistemi monetari, bancari e assicurativi,
ponendo le basi dell'economia moderna.
IL DUCATO E IL LIBRO
Tra i più diffusi e apprezzati prodotti veneziani c�erano il ducato d�oro e il libro.
Coniato per la prima volta nel 1284, il ducato era utilizzato nel commercio su larga
scala e nei pagamenti di somme ingenti. Il ducato veneziano ebbe un enorme successo,
diventando una valuta di riferimento internazionale: una sorta di �dollaro del Medioevo�.
Prodotto alla Zecca, la sua iconografia rimase inalterata per cinque secoli. In ogni angolo
del mondo uomini d�affari si affidavano alla stabilità del suo peso e alla quantit� di oro
finissimo che lo componevano, entrambe garantite dalla Repubblica. Un viaggiatore del
XV secolo rifer� che i ducati veneziani erano diffusi perfino in India, a dimostrazione
della vastit� dei commerci veneziani.
Poco dopo l'introduzione della stampa a caratteri
mobili negli anni Cinquanta del Quattrocento, a Venezia gi� si contavano centinaia di
stampatori. I mercanti veneziani utilizzarono le loro consolidate reti di distribuzioni per
far circolare i libri stampati, ed entro la met� del XVI secolo Venezia divenne l'indiscussa
capitale europea dell'editoria.
Il più importante stampatore veneziano del tempo fu Aldo Manuzio (1449/1452-1515),
che fond� la sua tipografia nel 1495. La sua celebre marca tipografica con il delfino e
l'ancora, ispirata a una moneta romana, era nota in tutta Europa.
Tra le innovazioni che resero Manuzio il primo vero editore moderno si ricordano
l'introduzione del corsivo, l'invenzione del carattere De Aetna (ancora in uso nei nostri
computer) e del libro tascabile.
V - LA REINVENZIONE DI PIAZZA SAN MARCO
Il doge Andrea Gritti (dogato 1523-1538) era ben consapevole del potenziale
propagandistico dell'arte e dell'architettura.
Gritti immagin� una Venezia in grado di rivaleggiare con la Roma imperiale, affermando
la propria identit� come capitale di un impero. In particolare, una delle principali
preoccupazioni di Gritti fu quella di garantire alle processioni civiche delle quinte
architettoniche maestose.
Fondamentale, nella visione di Gritti, fu il rinnovamento della Piazza e della Piazzetta San
Marco, che al tempo versavano in uno stato di profondo abbandono. Ne segu� una fase
cheè comunemente chiamata renovatio urbis, il progetto di rinnovamento urbano più ambizioso dell'europa cinquecentesca. l'architetto prescelto per dare vita al rinnovamento
grittiano fu lo scultore fiorentino Jacopo Sansovino. Il doge lo aveva convinto a trasferirsi
a Venezia nel 1527, dopo il Sacco di Roma. Nominato proto, il massimo architetto della
Repubblica, Sansovino elimin� i negozi e le bancarelle che occupavano buona parte della
Piazzetta e progett� la costruzione di nuovi edifici in stile classico che evocavano l'antica
Roma. I lavori di riqualificazione proseguirono anche dopo la sua morte, avvenuta nel
1570. Entro la fine del Cinquecento, il centro monumentale di Venezia era diventato uno
degli spazi pubblici più grandiosi al mondo.
FIDUCIA NEL FUTURO
In apertura del Cinquecento Venezia visse anni drammatici. La Repubblica fu coinvolta
nella guerra della Lega di Cambrai e, stretta nella morsa delle principali potenze europee,
nel 1509 perse buona parte del suo dominio di terra.
Nello stesso torno d�anni il cuore della città fu segnato da una serie di catastrofi che
colpirono il Fondaco dei Tedeschi (il quartier generale dei mercanti tedeschi a Venezia)
nel 1504, il Campanile di San Marco nel 1511, gli edifici sul lato nord di Piazza San Marco
nel 1512 e l'intero distretto commerciale di Rialto nel 1514. I veneziani riconobbero
la necessit� di ricostruire con rapidit�, non soltanto per mantenere le infrastrutture
economiche, ma soprattutto per dimostrare la resilienza della città e la sua fiducia nel
futuro. Fu così che vennero lanciate campagne di ricostruzione e restauro finanziate con
fondi pubblici, mentre nei decenni successivi videro la luce dei progetti di abbellimento
urbano ancora più grandiosi.
VI - LA RICOSTRUZIONE DI PALAZZO DUCALE. 1574, 1577
I veneziani erano consci del potere propagandistico delle immagini, e la Repubblica
svilupp� una ricca iconografia per raffigurare la superiorit� del suo governo e i vantaggi
derivati delle sue leggi. Palazzo Ducale, per secoli sede del governo e oggi di questa
mostra,è sicuramente il luogo in cui tale atteggiamento risulta più evidente.
Nel 1574 un incendio danneggi� la Sala del Collegio e quella del Senato. Tre anni dopo,
un rogo ancora più devastante distrusse la Sala del Maggior Consiglio, il luogo dove ogni
settimana si riuniva il massimo organo politico della Repubblica.
Colpiti nel cuore del loro sistema istituzionale, i veneziani fecero della ricostruzione di
Palazzo Ducale una priorit�.
Nonostante le proposte di erigere una nuova struttura in stile moderno, i governanti
scelsero di ripristinare la facciata gotica per enfatizzare la continuit� con il passato. Per
la decorazione dei nuovi ambienti fu ideato un elaborato programma di dipinti allegorici
e storici per dimostrare come la storia della Repubblica rappresentasse il compimento di
una missione divina in difesa della libert� e della fede.
La realizzazione del progetto fu affidata ai migliori pittori dell'epoca, tra i quali Tintoretto
e Veronese.
PALLADIO: NELLA PIETRA E SULLA CARTA
Andrea Palladio (1508-1580)è stato uno degli architetti più influenti di tutti i tempi.
I suoi progetti, fondati sui principi dell'architettura classica greca e romana, ispirano
tutt�oggi la costruzione di edifici in tutto il mondo.
Formatosi come scalpellino, Palladio divenne celebre progettando ville e palazzi nel
territorio vicentino, che all'epoca faceva parte della terraferma veneziana. Incoraggiato
da potenti mecenati, nel 1570 pubblic� i suoi studi ne �I quattro libri dell'architettura�,
opera riccamente illustrata di cui una copiaè esposta in mostra.
Per Venezia Palladio disegn� la chiesa di San Giorgio Maggiore, che sorge sul Bacino di San
Marco fornendo un punto focale per la nuova identit� classica della Piazzetta. Nel 1570,
morto Sansovino, Palladio venne nominato proto, o capo architetto della Repubblica.
Poco dopo disegn� la chiesa del Redentore, un modello della quale si trova nella sala
successiva. Molti dei suoi progetti più ambiziosi per Venezia rimasero per� solo sulla
carta.
VII - LA PESTE. 1576, 1630
In quanto città portuale, Venezia fu particolarmente esposta ai pericoli della peste. Per
affrontare il problema, i veneziani idearono un sistema che in buona parte anticip� le
misure adottate ai giorni nostri. Coloro che mostravano i sintomi dell'infezione erano
isolati e curati su una piccola isola della laguna, nota come il Lazzaretto. Una seconda isola,
il Lazzaretto Nuovo, fu utilizzata in seguito per ricevere sia le merci giunte a Venezia che
i potenziali contagiati, obbligati a un periodo di isolamento di una quarantina di giorni,
da cui il termine quarantena. Per l'applicazione delle norme fu istituita nel 1485 una
magistratura permanente, i Provveditori alla Sanit�.
Quando, nel 1576, la peste scoppi�
in città, i Provveditori imposero la quarantena alle persone e alle merci, ma il governo
si oppose sostenendo che le nuove misure danneggiavano l'economia. Fu così che la
quarantena fu sospesa, ma la scelta si rivel� un errore disastroso perch� ben presto i
decessi superarono il centinaio al giorno. Ripristinati i pieni poteri dei Provveditori, la
situazione era ormai fuori controllo: l'epidemia fece oltre 46.000 vittime, un quarto della
popolazione cittadina. Lo stesso avvenne nel 1630.
Con lo scoppio dell'epidemia furono
imposte nuove restrizioni, ma le più alte cariche governative si opposero e i Provveditori
alla Sanit� furono accusati di voler danneggiare il commercio e limitare la libert�. Il
contagio si diffuse fino a mietere quasi 47.000 vittime. l'equilibrio tra salute pubblica e
interessi economici rimane tutt�oggi un argomento di grande attualità.
CHIESE VOTIVE E SANTI CONTRO LA PESTE
Due dei più celebri monumenti della Venezia moderna e due delle più caratteristiche
feste cittadine devono la loro origine alle epidemie di peste del 1576 e del 1630.
Il 4 settembre 1576, i senatori veneziani approvarono a grandissima maggioranza
l'impegno di edificare una nuova chiesa dedicata al Cristo Redentore quando la città fosse
stata liberata dalla peste. Il doge fece anche il voto di organizzare una grande processione,
da ripetersi annualmente, �a perpetua memoria del beneficio ricevuto�.
Fu così che si decise di costruire la chiesa del Redentore sull'isola della Giudecca. La prima
processione, fatta attraversando un ponte provvisorio, si tenne nel 1577. Progettata da
Palladio, la chiesa venne consacrata nel 1592. Durante l'epidemia del 1630,
drammaticamente simile a quella del 1576, il doge promise di costruire un�altra chiesa
votiva, questa volta dedicata a Santa Maria della Salute. La costruzione del nuovo
tempio, progettato da Baldassarre Longhena, inizi� l'anno successivo in un sito ancor più prominente di quello del Redentore. Le processioni votive a entrambe le chiese si
svolgono ancora oggi attraverso dei ponti galleggianti.
I veneziani rivolgevano le proprie
preghiere anche a San Rocco, il santo protettore contro la peste le cui reliquie giunsero in
città nel 1485 grazie alla confraternita a lui dedicata, poi diventata la Scuola Grande di
San Rocco. Nell'arte veneziana San Roccoè spesso raffigurato con un altro santo protettore
contro la peste, San Sebastiano.
VIII - L�ULTIMA GLORIA
Nonostante l'inesorabile declino, negli ultimi 150 anni di vita della Serenissima i veneziani
reinventarono l'economia cittadina convertendo Venezia in un centro di innovazione
artistica e rendendola una tappa obbligata del Grand Tour europeo.
La tradizione dei grandi pittori prosegu� con Canaletto, Guardi, Longhi e Tiepolo, mentre
nuove chiese furono costruite in stile barocco, una tra tutte Santa Maria della Salute.
Nel 1637 fu inaugurato il Teatro San Cassiano, il primo teatro pubblico dell'europa
moderna. Molti altri ne seguirono, tanto che fu a Venezia che Monteverdi, Vivaldi, Rossini
e Verdi allestirono i loro capolavori facendo fiorire l'arte lirica. E fu sempre a Venezia
che il commediografo Carlo Goldoni arricch� la tradizione comica con le sue osservazioni
della vita quotidiana.
Venezia stessa divenne uno splendido palcoscenico. La sua vita pubblica si tramut� in
una festa quasi permanente, a maggior ragione durante la lunga stagione del Carnevale
quando tutti potevano essere degli attori indossando ricchi abiti e maschere.
La Repubblica continu� a celebrare s� stessa attraverso riti, accessori e abiti ufficiali
rimasti pressoch� invariati per cinque secoli.
Questo mondo dorato fin� nel 1797. Costretto a cedere alla minaccia delle forze
napoleoniche, il Senato veneziano vot� il passaggio dei poteri a un governo di transizione
filo francese. A distanza di circa 1.100 anni, il 12 maggio 1797 Ludovico Manin, ultimo
doge di Venezia, pose formalmente fine alla Serenissima Repubblica di Venezia.
INCENDIO E RINNOVAMENTO A SAN MARCUOLA. 1789
Gli incendi hanno sempre costituito una minaccia per i centri urbaniè minaccia alla quale
i veneziani seppero per� reagire con resilienza. All'inizio del Settecento, le magistrature
cittadine affrontarono il problema incaricando un professore dell�Universit� di Padova
di studiare le moderne tecniche antincendio. Le ricerche portarono allo sviluppo di
macchine idrauliche mobili basate su dei prototipi inglesi. l'incendio che nel novembre
1789 distrusse il quartiere di San Marcuola fu uno dei più devastanti della storia di
Venezia. Originatosi in un deposito di olio, il fuoco si propag� di casa in casa infuriando
per tre lunghi giorni e terrorizzando i tanti testimoni, tra i quali anche degli artisti. Un
dipinto del rogo, esposto qui in mostra, descrive la nuova pompa idraulica in azione.
A seguito della distruzione di San Marcuola, le autorit� intrapresero un ambizioso
progetto di riassetto urbano, commissionando un rilievo cartografico del quartiere e
costruendo nuove abitazioni per gli sfollati.
IX - DOPO LA SERENISSIMA
In seguito al crollo della Repubblica, nel 1797, Venezia pass� per quasi vent�anni dal
controllo francese a quello austriaco, e viceversa. Nel 1807 Napoleone fece il suo ingresso
trionfale a Venezia non dal mare, come era tradizione, ma dalla terraferma.
Per l�occasione venne eretto un maestoso arco di trionfo davanti alla chiesa di Santa
Lucia, luogo quanto mai profetico. Quarant�anni dopo, fu proprio a Santa Lucia che venne
costruita la stazione della linea ferroviaria che collegava Venezia alla terraferma. Non più impero, non più indipendente, Venezia non era nemmeno più un�isola.
Quando, nel 1848, la rivoluzione travolse l'europa, i veneziani cacciarono gli austriaci
e proclamarono la nuova Repubblica di San Marco, composta dalla città e da molti dei suoi
ex territori sulla terraferma. Ma l'indipendenza dur� solo diciassette mesi. Gli austriaci
riconquistarono uno a uno i territori insorti, facendo ripiegare le forze veneziane in città.
Sebbene nell'aprile del 1849 l'assemblea della Repubblica avesse votato per resistere
�ad ogni costo�, i bombardamenti incessanti sulla città, oltre alla carestia e al colera,
costrinsero i veneziani alla resa in agosto. Seguirono altri diciassette anni di dominio
austriaco.
L�UNIONE All'iTALIA. 1846, 1866
"Nacqui veneziano e morir� italiano."
Ippolito Nievo, 1858
Con il completamento, nel 1846, del ponte ferroviario, Venezia si un� alla penisola italiana.
Da un punto di vista politico, dopo il fallimento della rivoluzione del 1848-1849 le
speranze di Venezia di liberarsi dal giogo austriaco erano tutte rivolte al Risorgimento: il
movimento di unificazione dell'italia sotto re Vittorio Emanuele II di Savoia.
Le prime opere di Giuseppe Verdi, in particolare i cori patriottici, fecero da colonna
sonora al Risorgimento dando voce ai desideri a lungo frustrati del popolo italiano. Il suo
Attila, che debutt� al Teatro La Fenice nel 1846, paragonava infatti la nascita di Venezia
per mano di cittadini amanti della libert� alla rinascita dell'impero Romano, che risorge
dalle ceneri della sua sconfitta come la leggendaria fenice.
Un verso in particolare scatenava gli applausi del pubblico: �Avrai tu l�universo, resti
l'italia a me!� Il Regno d�Italia venne proclamato nel 1861, ma Venezia non ne faceva
ancora parte. Due tele allegoriche qui esposte esprimono le speranze dei veneziani
di aderire alla nuova nazione. Cinque anni più tardi, sconfitti gli austriaci e passato il
referendum a favore all�unificazione, Venezia e il Veneto divennero finalmente italiani.
Gi� capitale di un impero, Venezia era ora una città tra le tante di un nuovo paese; una
città che per� per la prima volta in sette decenni era libera di autogovernarsi e di fare
parte del progetto dell'italia unita.
�COM�ERA, DOV�ERA�. 1836, 1902, 1996
Indebolito dai tanti fulmini, incendi e terremoti che nel corso dei secoli lo colpirono, il 14
luglio 1902 il Campanile di San Marco croll� lasciando a terra un cumulo di macerie alto
ben venti metri.
Quella stessa sera il consiglio comunale di Venezia si riun� in seduta straordinaria e vot� a
favore della ricostruzione. Alcuni misero per� in dubbio la necessit� che la nuova struttura
replicasse quella vecchia. �Per qual motivo, poi, non dovrebbe essere rappresentato nella
piazza di Venezia anche lo stile moderno?�, scriveva un architetto viennese. Notando che
il dibattito si infiammava, il sindaco di Venezia propugn� la posizione tradizionalista:
�Com�era e dov�eraè e così sia�.
I modernisti furono sconfitti. La nuova struttura, realizzata con i più moderni metodi
di costruzione ma identica nel suo aspetto, fu inaugurata il 25 aprile 1912, a quanto pare
esattamente a mille anni da quella della torre originale.
Come il Campanile, anche il Teatro La Feniceè profeticamente intitolato all�uccello miticoè incarna la capacità di Venezia di risorgere dopo i disastri più terribili. Eretto per la
prima volta nel 1792, il teatro fu completamente distrutto da un incendio nel 1836 e
di nuovo nel 1996. Ricostruito entrambe le volte, si trova oggi nella sua sede originale,
�com�era, dov�era�.
X - LA CAPITALE DELl'aRTE CONTEMPORANEA
A partire dalla fine dell�Ottocento, a Venezia sorsero delle istituzioni che la posero
nuovamente all'avanguardia delle arti visive, come gi� avvenuto nel Rinascimento.
Ad oggi, La Biennale di Venezia rimane la più antica tra queste istituzioni e la più prestigiosa mostra d�arte contemporanea al mondo.
Dopo la seconda guerra mondiale, l'americana Peggy Guggenheim si trasfer� in Laguna,
sorprendendo il pubblico con la sua collezione esposta alla XXIV Biennale (1948) e con
l'apertura della sua casa museo (1951), ancora oggi il migliore museo italiano d�arte del
ventesimo secolo. Oltre a promuovere pittori stranieri come Jackson Pollock, Guggenheim
sostenne molti artisti veneziani. Venezia fu anche tra le prime ad aprirsi alla forma d�arte più importante dell'et� moderna, il cinema, divenendo la sede del più antico film festival
del mondo che si tiene ogni anno al Lido.
l'ambiente naturale e urbano veneziano hanno spinto molti architetti a progettare nuove
proposte per la città.è il caso del veneziano Carlo Scarpa e dei maestri stranieri Frank
Lloyd Wright e Le Corbusier.
Sebbene spesso irrealizzati, questi progetti hanno presentato al mondo nuove idee
architettoniche. Dal 1980, la Biennale di Architettura rappresenta una prestigiosa vetrina
internazionale per il design e l�urbanistica. Inoltre, Veneziaè anche all'avanguardia
nel riutilizzo degli edifici storici, trasformati in spettacolari sedi espositive di arte
contemporanea. Oggi le arti visive sono diventate la spina dorsale di una nuova economia
per la città, che comprende un�ampia gamma di istituzioni educative e culturali,
pubbliche e private.Il 1797è l'anno fatidico del Trattato di Campoformido e della fine
della Serenissima. Eppure il secolo era iniziato tra i fasti della nobilt� veneziana, la gloria
internazionale della Serenissima regina dei mariè ben rappresentata dal famoso, grande
olio di Giambattista Tiepolo Nettuno offre a Venezia i doni del mare (1756 -1758)è la
magniloquenza delle sue feste e il tripudio delle sue arti.
XI - ACQUA GRANDA
Il 4 novembre 1966 la peggiore acqua alta della storia colp� Venezia, quando la marea
raggiunse i 194 centimetri sul livello marino medio. Il Direttore Generale dell�UNESCO,
Ren� Maheu, lanci� un appello al mondo intero affinché sostenesse il recupero delle
innumerevoli opere d�arte e degli edifici danneggiati.
Da allora, 53 Comitati privati hanno realizzato quasi 2.000 progetti di restauro grazie
alle raccolte fondi nei loro Paesi. I Comitati hanno finanziatoè e continuano a farloè anche studi, progetti archivistici, ricerche, formazione e didattica, pubblicazioni,
mostre e allestimenti museali. Nel 1987 fu creata un�Associazione per relazionarsi con
le Soprintendenze e l�UNESCO. l'associazione, la cui attuale Presidenteè Paola Marini,
ha un ufficio permanente a Venezia, oggi diretto da Carla Toffolo, per coordinare le
attività e sostenere i Soci. Fino al 2016 i Soci hanno operato nel programma congiunto
UNESCOè Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia.
Nel 2017è stato sottoscritto un accordo con il Ministero della Cultura, in virt� del quale lo Stato
italiano fornisce sostegno tecnico-scientifico alle iniziative di mecenatismo a favore del
patrimonio pubblico o fruibile al pubblico. Oggi i Comitati sono 27, provenienti da 12
Paesi. Nell'insieme, il loro impegno totale ha raggiunto negli anni circa 300 milioni di
euro attualizzati.
L�11 novembre 2019, Venezia ha subito la seconda più disastrosa acqua alta della sua
storia: 187 centimetri sul livello marino medio. I Comitati si sono nuovamente mobilitati
a favore della città e dei suoi cittadini e, con il supporto di studiosi internazionali, hanno
avviato una riflessione sulla cultura urbana: Venezia rappresenta un luogo ideale in cui
vivere, esemplare perch� a misura d�uomo e aperto a cambiamenti sostenibili.
IL FUTURO
La storia di Venezia ci insegna che la sua esistenza nonè un miracolo, ma il risultato
dell'ingegno umano, dell'impegno e della visione a lungo termine dei suoi abitanti.
I veneziani sono riusciti a prosperare in questo ambiente precario perch� hanno saputo
mantenerlo in equilibrio. Oggi delle nuove sfideè sia naturali che provocate dall�uomoè minacciano il futuro della città in un modo mai visto nei secoli passati.
Eppure ci sono motivi per essere ottimisti. l'innovazione tecnologica tiene a bada le maree più alte, mentre Venezia, forte del suo status di capitale dell'arte, si sta reinventando
come centro di conoscenza, cultura, ricerca e tecnologia.
Le speranze di Venezia dipendono dalle nuove generazioni di veneziani, dallo loro
capacità di affrontare il futuro con la stessa resilienza e creatività dei loro predecessori,
ispirandosi alle lezioni del passato e ai principi che hanno guidato Venezia nei secoli: la
tutela dell'ambiente, l'equit� sociale e la salvaguardia del suo bene più prezioso, la sua
bellezza unica e l'ambiente sorprendente in cuiè incastonata.
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. La biglietteria chiude un'ora prima.
Biglietti:
intero € 13 , ridotto € 9 (da 6 a 14 anni, studenti dai 15 ai 25 anni). Gratuito per bambini fino a 5 anni, portatori di handicap con
accompagnatore.
Informazioni e prenotazioni:
dall’Italia 848082000; dall'estero +39 04142730892
Telefono:
+39.041.2715911
Sito
web: Museo di Palazzo
Ducale |