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Mostra H�tel-Dieu alla Galleria A plus A di Venezia

La Mostra H�tel-Dieu in corso alla Galleria A plus A di Venezia: gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e le opere, la sede espositiva.

Mostra H�tel-Dieu Venezia
H�tel-Dieu - Galleria AplusA - Calle Malipiero, San Marco 3073 - Venezia

Mostra in corso dal 24 novembre 2023 al 20 gennaio 2024

Alla Galleria AplusA apre mostra dedicata a un mito, l'Hôtel-Dieu, strutture destinate a ospitare i senzatetto e i bisognosi, nonché i viaggiatori di ogni genere. Era gratuito per i poveri, mentre ai ricchi veniva chiesto di pagare per il loro soggiorno.

Comunicato stampa della mostra H�tel-Dieu

Il nome H�tel-Dieu significava nel Medioevo il pi� grande alloggio della citt�. Era gratuito per i poveri, mentre ai ricchi veniva chiesto di pagare per il loro soggiorno. Queste antiche istituzioni europee erano destinate a ospitare i senzatetto e i bisognosi, nonch� i viaggiatori di ogni genere. Gli ordini religiosi li gestivano secondo una tradizione di gentilezza e misericordia. Si trattava di un luogo di ospitalit� e di preghiera, unito a un programma non tanto nascosto di evangelizzazione. Serviva anche come ospedale, ma non esisteva ancora l�idea di un luogo unico riservato alle sole cure mediche. Si pu� definire una grande locanda medievale, che forniva anche alloggi. Solo a partire dal XVI secolo, gli ospiti, sempre di pi�, erano ricoveri di malati cronici.

Si potrebbe dare un�occhiata agli scritti di Michel Foucault per avere un quadro forse pi� sinistro, ma anche pi� chiaro, di come le istituzioni mediche sono state create nel corso del tempo. La filosofia di un H�tel-Dieu, della gestione di una locanda nel Medioevo, cos� come quella di una galleria d�arte contemporanea oggi, � pi� o meno questa: �Il povero � felice quando il ricco si diverte�. E la Boh�me - parola che indica i gitani, che nella Francia del XIX secolo provenivano per lo pi� dalla Boemia, ma che nella semantica si riferisce allo stile di vita di poeti e artisti, che provenivano per lo pi� dalla classe media e alta - �, come commenta Walter Benjamin nel suo Esilio parigino e in fuga dalla Germania nazista, guardando al passato europeo, la Boh�me �: �la palestra della vita artistica; � il trampolino di lancio verso l�Acad�mie, l�H�tel-Dieu o la Morgue�.

La gente povera non ha una moda cos� come non ha una storia, e le sue idee, i suoi gusti sono stati raramente rintracciati o trasmessi attraverso i secoli. Ma in un H�tel-Dieu si pu� sicuramente trovare un assaggio della loro estetica. � qui che si espone la fotografia, il disegno, il libro, la lettera, il manifesto, l�unica cosa che si � stato in grado di salvare, mentre tutto il resto � andato perduto o ci � stato rubato. Magari � un disegno di Paul Klee con un angelo, o forse un oggetto puramente casuale della nostra vecchia casa, ma � l�oggetto che ti � rimasto e sta con te. � solo in un H�tel-Dieu che si capisce il vero valore della bellezza e delle cose.

L�H�tel-Dieu, luogo di preghiera e di restauro alle origini, si � disintegrato in epoca moderna trasformandosi sempre pi� in un ospedale illuminato e scientificament organizzato, da un lato, e in un rifugio per i senzatetto della prima industrializzazione, dall�altro. In seguito, si � addirittura trasformato in un ricovero per le masse disoccupate e impoverite del primo Novecento. Nel secolo precedente al nostro attuale millennio Charlie Chaplin � diventato il pi� grande comico perch� ha incorporato in s� la paura pi� profonda dei suoi contemporanei: l�impoverimento.

Il XX secolo � stato un secolo in cui c�� stato il divieto del teatro dei burattini in Italia e il divieto dei film di Chaplin nel III. Reich, perch� ogni marionetta poteva mettere in mostra il mento di Mussolini e ogni centimetro di Chaplin poteva mettere a nudo la squallidezza del F�hrer.

Uno di questi rifugi per senzatetto in cui l�H�tel-Dieu decadeva, mentre venivano costruiti grandi ospedali moderni come annunci per le esigenze logistiche delle prossime guerre mondiali, era il M�nnerwohnheim nella Meldemannstrasse di Vienna. �Nell�autunno del 1909�, scrive Reinhold Hanisch su The New Republic nell�aprile 1939: �il vicino alla mia destra aveva un�aria triste e cos� gli facemmo delle domande. Da diversi giorni viveva sulle panchine del parco, dove il suo sonno era spesso disturbato dai poliziotti. Era arrivato qui stanco morto, affamato, con i piedi doloranti. Il suo vestito a quadri blu era diventato lilla. Era venuto a Vienna nella speranza di guadagnarsi da vivere qui, dato che aveva gi� dedicato molto tempo alla pittura a Linz, ma le sue speranze erano state amaramente deluse... Il giorno dopo stava pianificando un nuovo progetto. Aveva visto. Il tunnel, un film tratto da un romanzo di Bernhard Kellermann, e mi raccont� la storia. Un oratore tiene un discorso in un tunnel e diventa un grande tribuno popolare. Aveva successo con gli abitanti del M�nnerwohnheim, perch� erano sempre pronti a divertirsi e lui era una sorta di svago per loro.�.

�Finch� ci sar� un mendicante, ci sar� il mito�; � un altro famoso detto di Walter Benjamin. Guardando al XX secolo, un filo conduttore ha caratterizzato la sua prima met�: L�estetica pi� progressista per la folla, come chiaramente visibile nei gesti di Chaplin, o nelle avventure del povero Topolino e dello sfortunato paperino (Il Donald) che fa la voce grossa, si affidava completamente al topos del barbone disoccupato. Le masse diseredate, sprovveduti e impreparate ai grandi cambiamenti in atto si esibivano nella prima met� del secolo scorso negli avatar allegorici di un topo, di un povero mendicante o di un papero, davanti alla macchina da presa, e il pubblico veniva colto da una risata liberatoria guardandosi nello specchio sullo schermo. L�estetica di Chaplin e di Walt Disney sapeva che la folla istintivamente comprendeva e percepiva perfettamente nella sua carne ci� che l�impoverimento sistematico significava per la sua vita.

Lo stesso valeva per l�estetica regressiva fascista. Entrambi Hollywood e il Nazionalsocialismo traevano a loro modo ispirazione e propellente dalla paura dell�impoverimento, dalla paura di essere smembrati, sminuiti, lasciati senza tradizioni e senza identit� e fatti a pezzi dalla macchina dei tempi moderni. La realt� sociale era a quel tempo per la maggior parte delle persone la vita del barbone disoccupato, la realt� dell�ingiustizia sociale e della sistematica e ingiusta distribuzione della ricchezza.

La storia non si ripete mai, come gi� sapeva S�ren Kierkegaard. La storia si presenta sempre con una svolta interessante e sorprendente. Ma ancora oggi il razzismo non � solo una condizione mentale o linguistica. Il razzismo si fonda anche su realt� economiche e probabilmente ancora oggi, come nella Repubblica di Weimar e in quasi tutti i casi della storia umana, � il risultato di una sistematica e ingiusta distribuzione della ricchezza in una societ� per un periodo di tempo troppo lungo, il risultato di una metodica e ingiusta socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti. Anche le guerre civili e le guerre tra nazioni si basano principalmente su queste ragioni. Ancora oggi lo spettro della paura che perseguita il mondo � la paura del fallimento economico privato o nazionale, la paura dell�immigrazione di massa, la paura che il clima e l�atmosfera globale cambino in peggio, la paura di una strana malattia fisica e spirituale che ci infetter� tutti in futuro. E ancora oggi l�arte ha bisogno di giocare con la mitologia per esistere, e un mito globale ambiguo con cui giocare � sicuramente l�H�telDieu. � in queste settimane, prima e dopo il Natale 2023, che vogliamo dedicare una mostra in galleria A plus A a Venezia a questo mito.

Informazioni utili per la visita

Orari: da martedì a sabato dalle 15.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude un'ora prima).
Biglietti: ingresso libero.
Informazioni: +39.041.2770466
E-mail: [email protected]
Sito web: AplusA



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